Ricerche
CODICI
- Tipo scheda
- OA
- Livello ricerca
- C
- Codice regione
- 15
- Numero catalogo generale
- 00409823
- Ente schedatore
- PMM
- Ente competente
- S110
OGGETTO
LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO-AMMINISTRATIVA
- Stato
- Italia
- Regione
- Campania
- Provincia
- NA
- Comune
- Napoli
- Diocesi
- Napoli
- Tipologia
- chiesa
- Qualificazione
- sede di confraternita
- Denominazione
- Chiesa di Santa Maria della Misericordia
- Denominazione spazio viabilistico
- Via dei Tribunali 253
- Denominazione raccolta
- Collezione del Pio Monte della Misericordia
- Specifiche
- terzo altare a destra
UBICAZIONE E DATI PATRIMONIALI
CRONOLOGIA
DEFINIZIONE CULTURALE
- Autore
-
AUTM - Motivazione dell'attribuzioneAUTM - Motivazione dell'attribuzionedocumentazioneNCUN - Codice univoco ICCD00004788AUTN - Nome sceltoAUTA - Dati anagraficinotizie 1594-1622AUTH - Sigla per citazione10004779
DATI TECNICI
RESTAURI
DATI ANALITICI
- Indicazioni sull'oggetto
- Raffigura la parabola del Buon Samaritano: un viandante dopo una violenta aggressione resta ferito e ignorato da due passanti; un terzo, invece si prende cura di lui e lo ricovera presso un albergo. Il soggetto rinvia all’Opera del visitare gli infermi, primo e fondamentale impegno dei fondatori del Pio Monte della Misericordia, i quali, probabilmente, scelsero non a caso questo tema da rappresentare subito dopo la prima tela di Caravaggio. Forlì riuscì a conciliare diverse maniere: dagli esordi legati a Barocci e alla pittura toscana entrò in contatto con alcuni pittori fiamminghi napoletani e con la pittura di Belisario Corenzio; tendenze tutte visibili nella tela del Pio Monte dove il tema veneto del paesaggio, ambientato al crepuscolo, accoglie le figure e le scene narrative sullo sfondo. Un elemento nuovo è dato dal gruppo della Madonna col Bambino sorretto dagli angeli, un chiaro omaggio al Caravaggio; Forlì, non poteva ignorare le novità esposte chiaramente sull’altare maggiore a pochi centimetri dal suo Buon Samaritano.
- Notizie storico-critiche
- Nelle fonti antiche il dipinto viene Indicato quale opera del Forli solo dal De Lellis (1654-89) e dal Corona (1700-1743), mentre viene spesso menzionato come opera di Battistello Caracciolo o Belisario Corenzio. Il dipinto è stato analizzato da Causa (1970) e dalla Restaino (1987).
CONDIZIONE GIURIDICA E VINCOLI
FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
- Documentazione fotografica
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FTAX - Generedocumentazione allegataFTAP - Tipofotografia digitaleFTAA - AutoreCasciello, MarcoFTAD - Data2010/09/14FTAN - Codice identificativo0183a.jpg
- Bibliografia
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BIBX - Generebibliografia specificaBIBA - AutoreCausa, R.BIBD - Anno di edizione1970BIBH - Sigla per citazione00000002BIBN - V., pp., nn.pp. 30-31BIBX - Generebibliografia specificaBIBA - AutorePrevitali, G.BIBD - Anno di edizione1978BIBH - Sigla per citazione00000037BIBN - V., pp., nn.p. 117BIBX - Generebibliografia specificaBIBA - AutorePacelli, V.BIBD - Anno di edizione1993BIBH - Sigla per citazione00000085BIBN - V., pp., nn.pp. 11, 71, 105, 110, 122BIBX - Generebibliografia specificaBIBA - AutoreLeone de Castris, P.BIBD - Anno di edizione1991BIBH - Sigla per citazione00000029BIBN - V., pp., nn.p. 232BIBX - Generebibliografia specificaBIBD - Anno di edizione1997BIBH - Sigla per citazione00000027BIBN - V., pp., nn.pp. 25, 38